Sta facendo decisamente rumore tra i partiti di destra italiani la decisione adottata da parte del governo greco che ha deciso di aprire le porte del paese ai turisti stranieri, dopo l’emergenza coronavirus, tuttavia escludendo l’Italia, assieme ad altri paesi (europei e non) tra le nazioni “accettate”, almeno per il momento.
Il turismo greco riparte
L’emergenza dovuta al covid-19 ha inevitabilmente paralizzato il turismo di tutti i paesi maggiormente colpiti dal contagio come la Grecia che ha da sempre dato grande importanza a questo settore (fornisce circa il 20 % del PIL del paese) ma allo stesso tempo, come reso noto dal Ministro del Turismo di Atene Harry Theoharis. Il governo ellenico ha pubblicato una lista dei paesi ritenuti accettabili, ovvero dove i cittadini potranno recarsi nel paese senza problemi: Albania, Australia, Austria, Nord Macedonia, Bulgaria, Germania, Danimarca, Svizzera, Estonia, Giappone, Israele, Cina, Croazia, Cipro, Lettonia, Libano, Lituania, Malta, Montenegro, Nuova Zelanda, Norvegia, Corea del Sud, Ungheria, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca e Finlandia.
Oltre all’Italia, manca la Spagna e Svezia, nonchè alcuni paesi come Israele, Cina e Giappone, tutti questi ultimi particolarmente colpiti dal coronavirus. Come rilevato dal ministro gli ospiti potrebbero venire sottoposti a tampone una volta sbarcati nei due aereoporti a loro dedicati (Atene e Salonicco): i confini aperti per i paesi sopracitati saranno attivi dal prossimo 15 giugno, e una nuova lista verrà resa pubblica a luglio.
Le proteste della destra italiana
Non hanno tardato ad arrivare le proteste da parte di diversi esponenti della destra nostrana su questa decisione, come Luca Zaia, attuale presidente della regione Veneto che ha “punzecchiato” il ministro degli esteri in merito: si deve dare da fare, perché non può passare l’idea che siamo un lebbrosario e dello stesso avviso sembra essere Giorgia Meloni, leader del partito Fratelli D’Italia, che si era già manifestata contrariata a decisioni analoghe di chiusura da parte dell’Austria, che sempre il 15 giugno aprirà i confini con Germania, Liechtenstein e Svizzera e potrebbe farlo successivamente anche ad altri paesi confinanti.