E’ durata poco la “fuga” dell’uomo accusato di aver ucciso Emanuel Alves Rabacchi, nota ccome Manuela, transessuale brasiliana di 48 anni rinvenuta morta nel proprio appartamento di Milano dopo aver subito 85 coltellate. L’autore del gesto, un italiano di 42 anni, che ora dovrà rispondere alla doppia accusa di omicidio volontario aggravato e anche quello di strage.
Ciò che è emerso dalle indagini
Il cadavere della vittima era stato trovato a via Plana lo scorso 20 luglio, e dopo quattro giorni di indagini le autorità hanno rintracciato l’assassino, cliente abituale della 48enne che era solita prostituirsi: a incastrare l’uomo ci hanno pensato le amiche della vittima, che lo hanno subito riconosciuto come cliente abituale, oltre alle telecamere collocate fuori la casa teatro dell’efferato omicidio: il 42enne, che doveva una somma di denaro alla vittima, è stato ripreso per due volte mentre entrava nell’appartamento e dalle registrazioni si è recato sul luogo anche una seconda volta, dopo circa un’ora dall’omicidio.
Doppia accusa
L’uomo, che aveva un solo precedente per guida in stato di ebbrezza, è stato rintracciato identificando la targa della propria automobile, e incalzato dai pm si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ora su di lui pende una doppia accusa, quelle dell’omicidio aggravato e anche quello di strage visto che dopo l’atto che è stato descritto dalle forze dell’ordine come un “delitto di impeto, odio e rancore” che sarebbe sfociato in un atto di violenza definito “impressionante” dagli investigatori, l’uomo avrebbe tentato di cancellare ogni traccia del gesto, lasciando aperto il gas della cucina per provocare un’esplosione che arebbe coinvolto l’intera palazzina, tragedia scongiurata solo dall’intervento dei Vigili del Fuoco. La vittima risiedeva nel proprio appartamento con regolare contratto d’affitto dove spesso organizzava degli incontri sessuali, non aveva mai arrecato disturbo o problemi ai vicini ed era ben voluta dal resto della comunità.