La pasta rappresenta una grande tradizione italiana. Sia fresca, che secca sono alla base della nostra cucina. E’ un prodotto a base di farina di diversa estrazione, tipico delle varie cucine regionali d’Italia, divisa in piccole forme regolari destinate alla cottura in acqua bollente e sale. Ne esistono vari tipi come:
- La lunga (vermicelli, spaghetti, bucatini);
- La pasta in nidi (pappardelle, fettuccine);
- La corta (rigatoni, fusilli, penne);
- La pastine (quadrucci, stelline, ditalini);
- La pasta ripiena come (tortellini, ravioli, agnolotti).
Ci chiediamo tutti quanto sale mettere nella pasta
Preparare un buon piatto di pasta è molto semplice ma bisogna ovviamente non sbagliare il tempo di cottura e il dosaggio acqua e sale.
La quantità di sale utilizzata per cuocere la pasta è un fattore essenziale per ottenere un ottimo piatto. Per un litro di acqua viene raccomandata una quantità di sale di 10 grammi ogni 100 di pasta secca. Tuttavia, diversi fattori possono influenzare la sapidità del piatto infatti dipende anche dal tipo di sale e di pasta che viene usato. Ovviamente è una cosa del tutto soggettiva, ci sono gli amanti del sale e gli amanti dei gusti più delicati. Il fabbisogno giornaliero di sodio ammonta a 100 – 600 mg pari a 0,25 – 1,5 grammi di sale.
Il sale è un minerale importante per l’organismo perché aiuta alcune funzioni fondamentali come la trasmissione dell’impulso nervoso, la permeabilità di membrana, il bilancio idrico, l’equilibrio acido-base.
Esagerare con il sale può determinare lo sviluppo di patologie come ipertensione, osteoporosi e obesità. L’eccessivo uso provoca una maggiore produzione di adrenalina, che incide sulle arterie e ne provoca la costrizione portando all’ipertensione. Inoltre, porta i reni ad espellere notevoli quantità di calcio, favorendo l’insorgenza di osteoporosi. L’obesità può essere causata dal sale poiché il sodio rende assetati e si rischia di soddisfare la sete con bevande zuccherate o alcoliche, poco nutrienti, ma molto caloriche.