L’allarme cioccolata è risuonata nei vari giornali e sul web negli ultimi giorni richiamando l’attenzione sulle uova in commercio. A dare la notizia è stato uno dei più grandi gruppi cioccolatieri italiani: la Ferrero. Sono subito uscite notizie preoccupanti che hanno messo all’erta i genitori e i consumatori abituali dei prodotti Kinder.
Per alcuni giorni è regnato il caos, in quanto i giornali hanno iniziato a diffondere notizie relative all’allarme cioccolata smentite dopo poche ore. All’inizio sembrava che tutti i prodotti di cioccolateria fossero coinvolti dal problema tanto da far calare vertiginosamente le vendite dei prodotti a base di cioccolata.
Fatti gli appositi controlli e le dovute perizie del caso, nelle ultime ore è rientrato l’allarme cioccolata e scongiurata, per ora, una possibile contaminazione. Ma di quale contaminazione si parla? E cos’è successo all’interno del gruppo Ferrero? Possiamo sentirci sicuri di acquistare il nostro uovo di Pasqua?
Allarme cioccolata: i fatti
L’evento si protrae da diversi mesi tanto da dover tornare all’anno scorso per spiegare i fatti. A quanto pare, nel dicembre 2021 nello stabilimento di Arlon in Belgio, nel serbatoio di latticello venne rilevato dai tecnici un ceppo di salmonella. Scattò da subito l’allarme cioccolata tanto da fare adottare le misure igieniche di prevenzione.
Vennero fatti numerosi campionamenti e altrettanti prodotti furono testati all’interno dell’ambiente di lavorazione. In pratica, venne seguito il protocollo necessario per bloccare l’evolversi della situazione, come prescritto dalle norme di emergenza sanitaria. I test furono diversi e tutti negativi, nel senso che non sono furono trovate ulteriori tracce di contaminazione da salmonella, per cui la produzione e la distribuzione proseguirono la catena lavorativa.
Verso la fine di marzo negli ospedali belgi ed europei sono stati dichiarati diversi casi di salmonella e sono da subito partiti nuovi sospetti. Alcuni scienziati hanno valutato i dati di sequenziamento collegandoli ai casi di contaminazione attraverso le avanzate tecniche di tipizzazione molecolare ed è stata trovata una congruenza. Il 2 aprile le autorità nazionali di competenza hanno inviato le segnalazioni ed è scattato l’allarme cioccolata.
Allarme cioccolata Kinder
Lo stabilimento belga, di proprietà della Ferrero, produce i cioccolatini Kinder poi venduti in tutte le nazioni europee. I casi di salmonella finora registrati riguardano soprattutto i bambini di età inferiore ai 10 anni. Si è parlato di un numero pari a 150 casi. Un dato decisamente allarmante se paragonato ai casi settimanali di salmonella in Europa.
Le persone contaminate sono tutte collegate all’allarme cioccolata scoppiato all’interno dello stabilimento in Belgio. L’ECDC e l’EFSA, le due autorità che vigilano sulla sicurezza alimentare e sulla prevenzione delle malattie, dichiarano che gli stati interessati al problema fino a questo momento sono: Norvegia, Germania, Belgio, Spagna, Regno Unito, Lussemburgo, Paesi Basi e Irlanda. Non si sono rilevati casi finora in Italia.
La Ferrero ha chiuso in via precauzionale la produzione nello stabilimento belga e ha ritirato dal mercato dei prodotti. La questione non è conclusa: l’ECDC e l’EFSA confessa di dover svolgere ulteriori indagini. È necessario scoprire la causa che ha generato la contaminazione affinché non si riproponga.