Latte parzialmente scremato o intero? A cambiare è la quantità di grassi presente nella bevanda ma il gusto rimane pressoché invariato. Una trentina di anni fa il latte parzialmente scremato quasi non esisteva e veniva consumato il latte intero. Poi, con l’avvento dei regimi alimentari ipocalorici e la maggior attenzione nei confronti della salute, c’è stato un vero e proprio attacco contro le qualità nutritive del latte intero.
A lui sono state imputate tantissime maldicenze tanto da farlo risultare come il male assoluto. Fortunatamente, nel corso degli anni, il fenomeno è andato ridimensionandosi e si è tornati a ragionare sulla vera differenza tra le due tipologie di latte. C’è chi, nonostante il latte intero contenga più grassi, è abituato a berlo e non rinuncia a farlo.
Queste persone non si devono sentire in colpa, né tantomeno devono essere tacciate di rovinarsi la salute, ma possono continuare a consumare la loro dose di latte in tutta tranquillità. Come ogni alimento, anche il latte non deve essere assunto in modo esagerato altrimenti diventa dannoso. Ma a parte il solito saggio consiglio della nonna non c’è altro su cui vale la pena soffermarsi. E per quanto riguarda il latte parzialmente scremato? È davvero così sano?
Il latte parzialmente scremato a processo
Mettiamo sotto processo il latte parzialmente scremato e andiamo a sviscerare tutte le sue qualità nutritive. Quando diciamo che nel latte parzialmente scremato vengono ridotti i grassi intendiamo nello specifico che viene eliminata la parte grassa del latte. Se riversiamo questa ipotesi in percentuali, possiamo dire che il latte parzialmente scremato contiene fino all’1,8% di grassi. Il latte intero, invece, contiene una porzione lipidica pari al 3,5%. Con la versione scremata l’apporto di grassi cala ulteriormente a un contenuto pari al 0,5%.
Dati alla mano, sorge spontanea una domanda: a calare sono solo i grassi o anche le proprietà nutritive? I valori nutrizionali rimangono simili a quelli del latte intero, se non per l’abbassamento considerato in piccole e irrilevanti dosi. A confronto quindi, vince il latte parzialmente scremato rispetto a quello intero, ma come già detto è una scelta del tutto personale.
Le proprietà nutrizionali per entrambi i tipi di latte vantano un buon apporto di calcio, acido folico, fosforo, potassio, zinco, magnesio e vitamina C. Un insieme di oligoelementi che concorrono a mantenere sotto controllo lo stato di salute del nostro organismo. Essendo un prodotto preriscaldato il latte non subisce nessuna variazione neanche se scaldato. Consumare latte caldo, in sostanza, non rovina i minerali e le vitamine presenti nella bevanda ma li mantiene inalterati.
Dobbiamo solo fare attenzione a non esagerare con il consumo di latte nel caso in cui dovessimo soffrire di colesterolo, diabete o ipertensione. Nei suddetti casi è meglio bere del latte scremato se siamo soliti consumarne molto o continuare a bere il latte che preferiamo se lo consumiamo saltuariamente. Il lattosio, invece, è presente in tutti i tipi di latte vaccino e quindi per chi è intollerante meglio non consumarlo neanche in piccole dosi. Scegliere piuttosto la variante senza lattosio o vegetale.