La patata è tra i cibi più consumati al mondo. È un tubero sotterraneo che è membro della famiglia delle Solanacee, piante validissime all’uomo ma spesso tossiche. Le patate sono originarie del Perù, e originariamente, in Europa, vennero considerate solo cibo per gli animali. Fu Antoine Parmentier, un agronomo francese che, alla fine del Settecento, la fece accogliere prima dal re Luigi XVI e poi, con un espediente, dalla intera società.
Dalle cucine di Francia la patata si sparse quindi in tutta Europa e nel mondo, dove ormai è regina indiscusse delle cucine. In Italia, nonostante gli sforzi degli studiosi, ancora a metà ‘800 la patata trovava una forte opposizione come affermerebbe la sua ridotta presenza nelle ricette dell’epoca.
Oggi, grazie alla sua polivalenza, la patata è il prodotto vegetale al quale sono offerte più forme di preparazione. Da un punto di vista dietologico, questo tubero pur essendo ricco di amidi, ha il privilegio di contenere meno calorie del pane e della pasta.
La classificazione delle varietà è fatta in base alle caratteristiche della polpa: più soda in quelle a pasta gialla, più farinosa in quelle a pasta bianca. Le patate vengono coltivate quando il pericolo di forti ondate fredde è oramai passato. A seconda delle regioni, questo periodo va da fine febbraio nelle aree meridionali a inizio maggio nelle zone fredde di montagna.
Nessuno lo sa, ma le patate si coltivano con queste procedure.
Seguendo un’antica tradizione contadina le patate si piantano a partire dal 19 marzo, giorno di san Giuseppe. Si tratta infatti di un riferimento temporale basato sul fatto che in questo periodo dell’anno, le condizioni del clima sono perfette.
La temperatura del terreno deve essere di almeno 10 °C. Per avere le patate molto presto, il consiglio è di scegliere delle varietà precoci che si raccolgono in 3 mesi, come per esempio “Primura”, “Monalisa” e “Favorita”.
Suddividendo la semina potremmo approfittare di patate precoci per un periodo di tempo più ampio. In un terreno dissodato, scavate un buco di circa 15 cm di profondità con l’aiuto di un vomere artigianale, una zappa a cuore o una zappetta.
Ed infine posizionate i tuberi sul fondo del solco a 30/40 cm di distanza l’uno dall’altro, preferibilmente con i germogli rivolti verso l’alto.