Con l’avanzare dell’età viene l’insonnia: secondo i medici questo è un dato di fatto di cui dobbiamo prenderne atto. La qualità del sonno pare peggiorare a seguito di una serie di comportamenti sbagliati che abbiamo accumulato nel corso degli anni e dei quali fatichiamo a liberarci in maniera definitiva.
Ma la causa potrebbe essere anche di tipo biologico e riguardare in particolar modo i neuroni. Gli scienziati della Stanford University hanno rilevato, attraverso un ciclo di esami sottoposti a dei topi di laboratorio, un incremento degli stati di veglia con il progredire dell’età rispetto alla necessità di riposo.
Il problema sovviene attraverso il calo della produzione di questo tipo di neuroni. Mancando la loro componente funzionale subentra una richiesta da parte del cervello di veglia superiore a quella che dovremmo avere naturalmente. La conseguenza è una situazione di insonnia quasi perenne che difficilmente riusciamo a sconfiggere.
La risposta definitiva sul perché a una certa età viene l’insonnia
Come abbiamo preventivamente anticipato i responsabili dell’insonnia possono essere due fattori decisivi: i comportamenti scorretti e una risposta biologica del nostro organismo. La prima può essere controllata e in qualche modo misurata, la seconda, invece, va presa così com’è e calcolata una soluzione alternativa.
Per sistemare i comportamenti scorretti dobbiamo consultare un medico specializzato nella cura del sonno. Una volta che avrà esaminato il nostro stile di riposo saprà consigliare le azioni da seguire per assicurare al nostro organismo una rilassatezza assoluta. È importante e fondamentale, infatti, capire quali sono le ragioni alla radice che ci procurano l’insonnia.
Il fattore biologico, invece, è da imputare a dei neuroni situati nella zona del cervello identificata come ipotalamo. Questi neuroni producono una particolare proteina conosciuta con il nome di oressina, anche se a volte viene identificata anche come ipocretina. La sua funzione è quella di regolarizzare il ciclo sonno e veglia così da garantire il giusto riposo alle persone e agli animali.
Con il trascorrere degli anni, però, la produzione di tale proteina va scemando e ciò causa una minore disposizione al riposo. Essendo una scoperta recente non esistono sul mercato ancora farmaci adeguati a risolvere il problema. Perciò, al momento non c’è una soluzione definitiva. Questa scoperta apre però nuove opportunità di sperimentazioni farmacologiche. Intanto, ciò che possiamo fare è prevenire atteggiamenti scorretti che diventino cronici con il trascorrere del tempo.
Cosa fare per evitare che compaia l’insonnia
Se viene l’insonnia dobbiamo rivedere le nostre abitudini di riposo. Una delle abitudini più scorrette è quella di utilizzare gli smartphone o il computer prima di andare a dormire. La luce blu emessa dagli schermi causa interferenze con il nostro ciclo di veglia-riposo. Pertanto, proteggiamo gli schermi o smettiamo di utilizzarli in tarda notte.
Evitiamo di fare sport o di consumare dei cibi pesanti. Dedichiamoci, invece, ad attività rilassanti e distensive come un bagno, una seduta di meditazione, un po’ di stretching, una serie di esercizi di respirazione. Addormentiamoci con pensieri positivi e felici così da non attivare incubi notturni. Regoliamo la temperatura della stanza attorno ai 18°C.