Con l’affermazione dei detersivi sviluppati su base industriale, siamo portati a pensare al detersivo come qualcosa specificamente concepito per avere un elevato potere sgrassante, anche se il concetto di detergente è nato molto prima dell’industrializzazione in quanto anche i nostri avi hanno dovuto affrontare il problema di lavare gli abiti. I romani utilizzavano ad esempio addirittura l’urina umana in quanto contenente ammoniaca oltre a cenere, anche se le tipologie di sapone hanno iniziato ad essere concepite alcuni secoli dopo. Anche oggi il mercato dei detersivi è in forte cambiamento, sopratutto a causa di una maggiore sensibilizzazione nei confronti degli effetti di questi sull’ambiente e sul corpo umano. Anche le regolamentazioni in merito al contenuto dei detersivi sono sempre più stringenti, quindi conoscere l’etichetta di questi prodotti può essere estremamente utile.
Detersivi: prima di comprarli leggi bene l’etichetta, ecco come
Per legge, tutti i detersivi devono riportare diverse tipologie di informazioni come:
- Il nome del prodotto
- Le istruzioni per un corretto utilizzo
- La quantità ed il peso della confezione
- La composizione del prodotto
Tutti i detersivi devono anche riportare diverse raffigurazioni grafiche, che possono differire parecchio e portare a numerosi problemi per la salute degli utilizzatori ma anche dell’ambiente. Le precedenti raffigurazioni riportavano uno schema basato su “bollini” su sfondo arancione, che da alcuni anni sono state sostitutite da immagini più specifiche. Le più diffuse sono le seguenti, e fanno parte dei simboli di rischio chimico/biologico.
Tra gli agenti più tossici, che bisogna assolutamente evitare, ci sono i fosfonati e perborati, fosfati, EDTA (etilendiaminotetraacetico) o NTA (acido nitrolotriacetico). In generale il grado di biodegradabilità che deve essere presente sull’etichetta non deve essere mai superiore al 0,2%.