Anche se ci consideriamo la “specie dominante”, noi esseri umani dobbiamo fare obbligatoriamente i conti con una enorme varietà di specie animali che in molti casi hanno iniziato a popolare il pianeta prima della diffusione umana. Se direttamente o indirettamente la specie umana ha ridotto il numero di numerosi animali, il contesto degli insetti è più difficile da arginare, e anche nei contesti urbani dobbiamo obbligatoriamente “fare i conti” con alcuni ospiti sgraditi. Formiche, zanzare, ma anche una delle tipiche creature che sembra nutrirsi del legno dei nostri mobili come il tarlo.
Se non sai riconoscere un tarlo, ecco come fare: la guida
I tarli infatti, che appartengono alla famiglia dei coleotteri sono considerati una specie xilofaga, ossia che trae nutrimento dal legno, in particolare dalla “polpa”, la parte più tenera. Normalmente questi insetti sono molto diffusi in natura in quasi tutte le condizioni atmosferiche ed essendo i mobili costituiti sopratutto da legno, è abbastanza facile trovarseli anche in casa.
Nella sua forma adulta il tarlo è una specie di piccolo coleottero, colore marrone con le ali che diventano visibili solo quando decide di utilizzarle.
Le “tracce” del tarlo sono inconfondibili e sono generalmente due, da riscontrare sul legno: se appare bucherellato con dei fori piuttosto precisi e se è presente un po’ di segatura nei paraggi, questo indica l’azione di una larva di tarlo che è arrivato allo stadio adulto e quindi per liberarsi dal legno che lo circonda effettua questi cosiddetti fori di sfarfallamento. Gli adulti “scavano” dei minuscoli fori durante la deposizione delle uova che crescono proprio nutrendosi del legno circostante.
Altro elemento inconfondibile sono i caratteristici “suoni di masticazione” che indicano un’infestazione in atto. Generalmente esistono procedure relativamente semplici come il “soffocamento” di questi insetti attuabile semplicemente avvolgendo il mobile in una sacca di plastica. Spesso viene utilizzato un insetticida innocuo per l’uomo conosciuto come permetrina.