Chi da bambino non ha mai visto i Puffi? Incontrare i Puffi, i simpatici omini blu sempre in cerca di avventure, è sempre stato il sogno di ogni bambino. Ma nessuno ha mai saputo dove vivessero. Ma oggi siamo pronti a dare una risposta: il villaggio dei Puffi si trova proprio in Liguria!
L’iniziativa per la costruzione del villaggio
Fu Mario De Bernardi, un appassionato di lavori in muratura ed esperto dell’andar per funghi , che è il prodotto tipico di queste zone , che tra gli anni ‘60 e ’70 decise di mettere su delle piccole casette. Queste ad oggi rimandano a un chiaro ricordo di quelle dei Puffi. E fu così che, tra castagni secolari, faggi e betulle, De Bernardi dedicò questo piccolo villaggio non tanto ai mitici Puffi, bensì ai funghi, tipica vegetazione di queste zone, il fungo rappresenta una specialità proprio di Bardineto.
Da dove nascono i Puffi
I Puffi che noi tutti conosciamo, o almeno coloro che erano bimbi degli ’80, in realtà sono nati dalla matita di un fumettista belga, Peyo nel lontano 1958. Sulla scorta di un enorme successo, nel 1959 Peyo cominciò a occuparsi di disegni animati, realizzando il primo ciclo di sette episodi dei Puffi. Questi film, in bianco e nero e a colori, lanciarono poi un lungo ciclo televisivo, in onda dal 1981. Realizzato per la rete americana NBC in coproduzione con la famosa casa americana Hanna-Barbera e la S.E.P.P., il titolo era il nome assegnato in inglese ai Puffi: The Smurfs. Nel 1989, infine, Peyo lanciò la fortunata rivista Schtroumpfs.
Dove si trova il villaggio dei Puffi
Il “villaggio dei Puffi” si trova nell’entroterra della provincia di Savona. Queste casette, inevitabilmente, si sono trasformate però in un’attrazione turistica, e sono moltissime le persone che si avventurano nell’entroterra savonese per vederle da vicino. In molti casi, purtroppo, senza rispettare la privacy delle persone che vi abitano. Come sottolineato qualche anno fa a ‘Ivg’ dai proprietari delle casette, accade di frequente, soprattutto in estate, che il fascino del “villaggio dei Puffi” spinga turisti e visitatori a superare i recinti e i cancelli che delimitano la proprietà privata (sistemati appositamente per chiedere il rispetto della privacy) per arrivare sino alla porta d’ingresso. E da qui curiosare all’interno, sfruttando anche le finestre, e farsi foto davanti all’ingresso. È bene ricordare quindi che il villaggio non è una vera attrazione turistica aperta ai visitatori, ma si tratta di abitazioni private abitate da persone che rischiano ogni giorno di trovarsi davanti alla porta sconosciuti incuranti del rispetto della privacy.