Il raponzolo, chiamato anche raperonzolo, è un’erba selvatica dagli innumerevoli utilizzi a scopo culinario e medicinale. Cresce spontanea in tutta la penisola, fatta eccezione per la Sicilia e la Sardegna. Puoi riconoscerla dai caratteristici fiori a forma di campana lilla o blu.
Raponzolo: come riconoscere quest’erba selvatica
Il suo nome botanico è Campanula rapunculus, è una pianta selvatica che cresce in maniera spontanea ai bordi delle strade, lungo i campi abbandonati o nei boschi di montagna. Ama i terreni in prevalenza calcarei e freschi, dove non si formano ristagni d’acqua. Appartenente alla famiglia delle Campanulaceae, il raponzolo si riconosce per i caratteristi fiori a forma di campanella blu intenso o viola.
La pianta più comune è il raponzolo di prato, un ortaggio selvatico che cresce ovunque, i cui fiori, foglie e radici sono commestibili. Per questa ragione è noto anche con il nome di ortaggio dei poveri, anche se di povero non ha niente. Il suo sapore leggermente piccante e con un insolito retrogusto più dolce può arricchire molte pietanze, crude o cotte.
Oltre al raponzolo di prato, c’è anche il Phisoplexys comosa, o raponzolo di roccia, che puoi riconoscere grazie ai suoi fiori particolarmente scenografici. Non di rado puoi imbatterti in questi bellissimi fiori di montagna, viola e dalle punte allungate, che crescono sulle rupe verticali. O ancora nell’arco alpino cresce spontaneamente il Phyteuma hemisphaericum, raponzolo alpino, una pianta erbacea dai tipici fiori blu o violetto.
Raponzolo: caratteristiche e usi
Il raponzolo può essere coltivato nell’orto, per avere a disposizione un ortaggio saporito e ricco di sostanze nutritive. L’ideale sarebbe garantire a questa pianta un terreno soffice, fresco e fertile. Per crescere sano, il raponzolo ha bisogno di una posizione luminosa, non troppo a lungo a contatto diretto con i raggi solari. Se effettuerai la semina in primavera, tra marzo e aprile, nelle settimane di settembre potrai occuparti della raccolta.
Il raponzolo è una verdura particolarmente ricca di fibre, vitamina C e proteine, dalle incredibili proprietà antisettiche, antinfiammatorie e rinfrescanti. Le nostre nonne usavano le foglie per curare le verruche, mentre i fiori, se mescolati nelle preparazioni dei collutori, possono disinfiammare la gola. In cucina si usano soprattutto le radici, in apparenza simili a una rapa e dal gusto dolciastro. Le foglie, lievemente più amarognole, possono insaporire le insalate, le minestre, le zuppe o le torte salate.