Il rosmarino è una delle spezie e delle erbe più utilizzate in Italia per la cottura dei cibi. Si tratta di un’erba spontanea, anche coltivata, tipica dell’area mediterranea e propria del nostro paese. Insomma, un ingrediente fondamentale della nostra cucina quotidiana.
All’epoca degli antichi romani il rosmarino era utilizzato anche come erba medicinale. Già all’epoca infatti erano note le sue proprietà medicamentose che variano a seconda dell’utilizzo: in essenza, in macerazione, in olio aromatizzato. Se ne dovrebbe dedurre che la cottura del rosmarino non dovrebbe apportare problemi al nostro corpo: vediamo se è davvero così.
Rosmarino cotto: cosa succede?
Cuocere il rosmarino è sicuramente uno dei modi per usufruire delle sue proprietà. La cottura non comporta effetti negativi sul nostro corpo e sulla nostra salute. Anzi, a seconda del metodo di elaborazione si possono sviluppare determinate caratteristiche della pianta. Macerare in alcool delle foglie di rosmarino, ad esempio, produce un liquido con proprietà analgesiche che può essere applicato per dolori reumatici e artriti.
Se cuocete le foglie in corrente di vapore, invece, è possibile estrarre olio essenziale di rosmarino all’1%: si tratta di un liquido incolore che, a seconda del chemiotipo della pianta, può generare oli diversi. Quello ricco in eucaliptolo ha funzione digestiva e antimucolitica, quello ricco in canfora può essere usato come antireumatico.
La cottura casalinga più facile e comune per ottenere benefici dal rosmarino è il decotto. Preparare un decotto è semplice: basta porre in un litro d’acqua rametti e foglie (a seconda dell’effetto che si desidera, ndr) ben lavati, portare il tutto ad ebollizione, lasciar bollire circa 10 minuti e poi far riposare altri 15 minuti. Dopodiché filtrare il composto e berlo alla temperatura che si ritiene migliore.
Rosmarino cotto: e se lo mangi?
Non c’è alcun problema nel mangiare il rosmarino cotto, magari se posto sopra un bel vassoio di patate al forno oppure ad una fetta di carne. È preferibile evitare le foglie bruciate, come per ogni altro alimento, perché l’ossidazione genera sostanze potenzialmente pericolose per l’organismo.
È bene limitare o evitare il consumo di rosmarino se si stanno assumendo farmaci diuretici o anticoagulanti oppure se si soffre di epilessia perché può indurre il vomito. L’uso frequente viene sconsigliato per le donne in gravidanza, ma non quello occasionale che abbiamo di fatto già descritto.