Lunedì 26 Settembre inizia la somministrazione delle quarti dosi di vaccino per combattere la diffusione del Covid 19. Un passo importante in vista dell’inizio dell’autunno e considerati i numeri della pandemia in Italia, in questo momento. La circolare del Ministero della Salute diffusa poche ore fa ha chiarito l’indirizzo e il pubblico di questa nuova somministrazione, nonché le varianti specifiche contro le quali questo vaccino dovrebbe fornire protezione.
Per quanto la malattia sia oggi molto meno grave degli esordi, nei giorni scorsi Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, ha ricordato all’Ansa che attualmente: “l’83,5% dei ricoverati in ospedale causa Covid sono pazienti che hanno ricevuto l’ultima dose di vaccino da oltre 6 mesi e non si sono sottoposti dunque alla dose booster”.
Quarta dose vaccino Covid: le novità
Le novità principali della nuova circolare del Ministero della Salute riguardante la quarta dose dei vaccini Covid sono rappresentate dalla possibilità di poter ricevere la quarta dose per tutti i cittadini sopra i 12 anni che ne facciano richiesta, e l’ampliamento all’iniezione alla quinta dose per gli immunodepressi che hanno già ricevuto la quarta dose di richiamo dopo aver concluso il primo ciclo di tre iniezioni.
Alle novità si associano però alcune raccomandazioni di somministrazione. Le dosi dovrebbero essere indirizzate prioritariamente come seconda dose di richiamo agli ultra 60enni, ai più fragili e agli operatori sanitari e come prima dose di richiamo a tutti gli Over 12 che non l’abbiano ancora ricevuta, indipendentemente dal vaccino utilizzato per il completamento del ciclo primario. Questi vaccini potranno essere messi a disposizione dei soggetti di età superiore ai 12 anni che ne faranno richiesta come seconda dose di richiamo, purché la prima sia avvenuta da almeno 120 giorni.
Covid, la situazione delle regioni italiane
Come emerge dalle tabelle del monitoraggio settimanale redatte dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute, sono oggi due le regioni italiane considerate ad alto rischio per la presenza di una incidenza di casi significativa e una certa “resilienza” della pandemia in questo momento, e si tratta di Piemonte e Toscana.
Le regioni in cui il rischio è considerato moderato sono invece otto, e sono Abruzzo, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia, Umbria, Veneto con l’aggiunta delle province autonome di Trento e di Bolzano. Le altre 8 regioni sono a rischio basso. Tuttavia l’allerta di resilienza è presente in 12 regioni, mentre altre 3 ne presentano diverse in questo momento.