Il Superbonus ha costituito una parte sicuramente importante per riportare in auge il concetto di ristrutturazioni e generalmente la tipologia di lavori in ambito edilizio, ma quasi immediatamente sono state rilevate alcune criticità fin dal principio che hanno portato questa forma di agevolazione, al punto che gli ultimi governi hanno formalmente sviluppato delle politiche “riduttive” nei confronti del Superbonus, che è stato confermato anche per il 2024 seppur con qualche novità sostanziale.
Il processo di “riduzione” del potere del Superbonsu è stato avviato già dal governo Draghi, e sulla stessa falsariga agisce l’esecutivo in carica.
Quali saranno le modifiche inerenti al 2024, per il Superbonus, che come detto, costituisce una base importante per molti cittadini ma anche una forma di “problematica” per lo stato?
Superbonus 2024: novità, nuova percentuale e cessione del credito
Concepito dal governo Conte II nel 2020, parte del Decreto Rilancio, corrisponde in una forma specifica di ecobonus ideata per incentivare le ristrutturazioni per il riqualificame la struttura, attraverso vari interventi.
Questa formula è stata concepita per agevolare i lavori legati all’efficientamento energetico ma anche per aumentare la tracciabilità delle spese, in quanto per ottenere il bonus (attivabile inizialmente attraverso uno sconto in fattura o anche con la cessione del credito è necessario dimostrare attraverso i pagamenti effettuati digitalmente parlando (ad esempio con il bancomat o con qualsiasi altro metodo simile, così come anche attraverso un tradizionale bonifico) così da ottenere un efficientamento pari a 2 classi energetiche e, se non possibile, la più alta raggiungibile. La struttura iniziale era conosciuta come Superbonus 110, in quanto permetteva di recuperare anche oltre il 100 % dell’importo speso.
I governi successivi hanno limitato alcune applicazioni ed anche l’esecutivo Meloni per il 2024 ha apportato alcune riduzioni, a partire dall’importo del bonus che sarà calcolato fino al 70% del costo dei lavori, sia per chi inizia nuovi lavori che per chi li ha iniziati quest’anno con il 90% mentre il sistema della cessione del credito sarà attivato e quindi permesso solo se l’opportuna la comunicazione inizio lavori) non sono dimostrabili come dopo il 17 febbraio 2023.
Il Superbonus sarà ridotto al 65 % nel 2025 (salvo ulteriori e successive modifiche), anno in cui risulterà anche l’ultimo nel quale sarà possibile farne ricorso.
Sarà mantenuto il Sismabonus, ossia una forma di bonus simile applicato per lavori di risutrutturazioni nelle aree sismiche, pari al massimo al 50 % del costo dei lavori fino a 96 mila euro (per un importo di bonus massimo quindi di 48 mila euro).
Confermato anche il Bonus Mobili, valido per l’acquisto di mobilio, ma in forma “depotenziata”, applicabile fino ad importi di 5000 euro.