Siamo quasi abituati “endemicamente” all’idea ed al concetto stesso di bonus applicato alla tradizionale cittadinanza, concetto fortificato in particolare dal periodo legato all’emergenza covid che ha visto l’esecutivo di allora interfacciarsi con concetti di emergenza, che hanno ampliato il sistema dei bonus anche a platee ampie. Il nuovo bonus per le mamme lavoratrici concepito direttamente per essere emesso in busta paga è esattamente l’esempio tipico di agevolazione improntata ad avere anche una connotazione politica, in un certo senso.
Ciò risulta anche evidente dalle dichiarazioni degli esponenti delle forze di governo che pone particolare attenzione sul concetto di genitore, come evidenziato anche dalle modifiche di altre strutture, come Opzione Donna.
Il Bonus Mamme Lavoratrici interesserà secondo le proiezioni
Bonus Mamme Lavoratrici 2024: cos’è, come ottenerlo, a chi spetta
E’ una forma di sgravio fiscale per il sopracitato numero di lavoratrici che di fatto viene concepito da un esonero del versamento dei contributi sociali a carico del lavoratore fino a un massimale di 3 mila euro lordi.
Fa parte di un progetto dalla durata triennale che interessa le madri con almeno tre o più figli di cui almeno uno minorenne. In realtà il bonus che può arrivare fino a poco più di 1700 euro (per le lavoratrici che non sforano il reddito annuo di 35 mila euro) non è esclusivamente sviluppato dal Bonus di questo tipo, concepito di fatto da uno sgravio in busta paga ma anche dal confermato taglio al cuneo fiscale inerente alla maggior parte dei lavoratori al di sotto di soglie particolari.
Il taglio del cuneo fiscale è una forma già adottata di recente per aumentare il potere d’acquisto dei cittadini in corrispondenza di periodi di crisi veri e propri, ed ammonta ad il 6 % per chi è al di sotto della soglia del 35 mila euro di reddito, e del 7 % per chi è al di sotto della soglia dei 25 mila euro.
Una lavoratrice media che rispetta i requisiti sopracitati relativi ai figli, potrà quindo godere su base annua un incremento in busta paga di circa 1.100 euro determinati da questo cuneo fiscale e di poco meno di 700 euro legati alla menzionata poc’anzi decontribuizione.
Secondo le ricostruzioni poco più del 50 % delle lavoratrici che si ritroverà a percepire questa forma di “bonus” che non necessiterà alcuna richiesta, ma che si tradurrà in un aumento mensile che dovrebbe riguardare i prossimi 3 anni (salvo modifiche) si trova attualmente al di sotto della soglia dei 35 mila euro.