Siamo quasi naturalmente predisposti a concepire il concetto di vitamina come un nutriente, spesso acquisito dall’integrazione alimentare oppure direttamente dal cibo, come veri e propri elementi dalla grande importanza effettiva, che si sviluppa in alcuni casi in modo naturale del nostro organismo, in particolari condizioni, ma in molti altri casi è necessario assumerla “esternamente”. La vitamina D è sicuramente una delle più conosciute, anche perchè risulta essere difficile acquisirla in modo naturale dal cibo, allo stesso tempo la sua importanza è fondamentale per varie funzioni.
Rispetto ad altre tipologie di vitamine, la variante Di è difficilmente acquisibile attraverso il consumo della maggior parte degli alimenti. Esiste però un Modo importante che prevede una preparazione di un particolare cibo.
Vitamina D: a cosa serve, dove si trova, dose giornaliera
La Vitamina D svolge un’importantissima funzione di fissaggio di calcio e fosforo, di fatto agendo come un vero e proprio ormone. La sua utilità è quindi assoluta, e tutti abbiamo formalmente bisogno di una certa quantità di questa forma di vitamina, che viene considerata indispensabile in primo luogo per la salute delle ossa, essendo la sua forma di mancanza un elemento critico, considerato come una delle cause principali della fragilità delle ossa, e secondo vari studi anche effettivamente parlando, un elemento che può portare all’osteoporosi.
E’ anche importante per la struttura del sistema immunitario, anche se rispetto ad altre vitamine, come detto, è difficile acquisirla tramite il cibo: la vitamina D nel suo essere è presente in vari alimenti, come prodotti ittici, il fegato, il tuorlo l’uovo anche se in quantità molto limitate. La maggior parte della vitamina D viene sviluppata e sintetizzata dal nostro organismo come reazione ai raggi solari, per questo risulta essere utile per un fabbisogno di almeno 400 unità al giorno per gli adulti, poco meno per i bambini e di almeno 600 per gli ultra settantenni.
Il cibo che realmente ne contiene in quantità considerevoli è l’olio di fegato di merluzzo, molto comune soprattutto nei paesi nordici (dove il sole è ovviamente meno “percepito”). Cucinare funghi di varia tipologia come gli champignon sembra essere in grado di aumentare considerevolmente l’apporto di vari nutrienti come la vitamina D, in quanto questa in gran parte risulta essere non modificata dalla cottura.