La pasta è uno dei piatti più amati dagli italiani, consumata in quantità generose. Al di là dei confini nazionali, la discussione sul momento perfetto per scolare la pasta è più diffusa. In Italia, la maggioranza ha definito il punto ottimale di cottura: la pasta al dente. Questa preferenza è confermata anche dai nutrizionisti, poiché la pasta scolata leggermente prima del tempo indicato sulla confezione ha un indice glicemico inferiore rispetto a quella troppo cotta.
Questo perché una cottura eccessiva porta a una maggiore disgregazione degli amidi, facilitando l’assorbimento più rapido nel nostro corpo e richiedendo un maggiore rilascio di insulina, senza tralasciare l’aspetto del gusto. L’eccessiva cottura può anche alterare il sapore, in quanto la pasta assorbe più acqua.
Tuttavia, se mangiassi pasta cruda, l’esperienza sarebbe sgradevole. Questo perché è sicuramente difficile da masticare ma soprattutto è poco digeribile perché gli amidi non sono stati cotti. Bisogna fare attenzione anche a possibili problemi gastrointestinali oltre alla difficoltà nella digestione. Ecco perché, anche se leggermente al dente è apprezzata, la pasta cruda non è affatto raccomandata.
Mangiare la pasta cruda fa male? Ecco la veritá
Mangiare pasta cruda dovrebbe essere evitato poiché il nostro sistema digestivo non è in grado di scomporla: gli enzimi gastrici non sono predisposti per questo compito. Il risultato potrebbe essere un transito intestinale difficile, con possibili problemi di costipazione, fermentazione e disagi addominali. Ciò potrebbe anche generare difficoltà nella digestione, causando fastidi di varia entità.
Ovviamente, è sempre meglio assaggiare la pasta prima di toglierla dal fuoco, così da assicurare la giusta cottura. Se però, capita di scolarla prima, ma non è allora cotta del tutto, la si può recuperare facendola saltare nel condimento previsto, come un sugo, della panna o qualsiasi altro condimento previsto.
Per quanto riguarda la “pasta al chiodo”, forse non hai mai sentito parlare di questa tecnica. Consiste nel scolare la pasta quando è a metà strada tra la cottura cruda e l’al dente. Questo metodo è spesso utilizzato dagli chef quando prevedono di terminare la cottura direttamente in padella insieme al condimento, per ottenere una perfetta amalgama. Conservare un po’ di acqua di cottura può essere utile, poiché l’amido rilasciato dalla pasta può aiutare a legare i condimenti, perfino quelli bianchi, anche alle paste più lisce.
Questa tecnica è preziosa anche per finire la cottura al forno, migliorando il risultato, il sapore e persino la salubrità di preparazioni classiche come le lasagne o gli anelletti.