Nel suo recente libro “Le Altalene”, Mauro Corona si apre su esperienze dolorose della sua vita. Racconta della violenza subita da parte del padre, indirizzata verso i tre figli e la moglie, e del trauma derivante dall’abbandono della madre. Inoltre, affronta il mistero che circonda la morte del fratello Felice in Germania, un evento che continua a essere avvolto nell’ombra.
Corona condivide anche la sua lotta contro l’alcolismo e la malattia, evidenziando il peso psicologico di questi eventi, come quando rivela che il suo inconscio non gli permette di trovare la felicità a causa delle brutali esperienze vissute, come essere legato per ore a un albero dal padre. Questi dettagli cruciali della sua vita emergono anche durante un’intervista pubblicata su Oggi, dove sottolinea la difficile relazione con i genitori e il periodo di sette anni in cui la madre li lasciò, lasciando Mauro e i suoi due fratelli.
Chi l’ha visto: Mauro Corona chiede la verità sulla morte del fratello
Mauro Corona si rivolge a “Chi l’ha visto” per comprendere il mistero che avvolge la morte del fratello nel giugno del 1968. Rivela che il fratello aveva accettato un’opportunità di lavoro come gelataio in Germania su consiglio di Antonio Toscani del Moro e partì a marzo, ma fu ritrovato senza vita a Paderborn, con la testa gravemente ferita, in una villa circondata da cocci di bottiglie.
Corona desidera rintracciare chi era con lui e capire gli eventi accaduti, desidera parlare con il figlio del proprietario della gelateria, se ancora in vita. Non nutre sentimenti di vendetta, ma piuttosto il desiderio di comprendere: suo fratello, fuggito dalla miseria, tornò in una bara, e chi gli aveva dato lavoro non si presentò al funerale. La mancanza di spiegazioni, inclusa l’assenza di informazioni da parte della polizia, lo spinge a cercare risposte senza cercare pubblicità, avendo già ricevuto, a suo dire, troppa attenzione mediatica dalla Rai.
Nella sua infanzia, i nonni hanno svolto un ruolo determinante per Mauro Corona, che li definisce i suoi “angeli custodi”. Espone il periodo in cui la madre li abbandonò quando aveva sei anni, lasciando lui, il fratello Felice di cinque anni e l’altro fratello, che poi intraprese la carriera di minatore, di soli quattro mesi.
Quando la madre fece ritorno, lui aveva già tredici anni, ma non desiderava neanche incontrarla. Il rapporto con entrambi i genitori è stato segnato da un odio reciproco che si mantenne fino alla loro morte, sentendosi liberato dal peso del confronto devastante quando scomparvero. Riguardo al padre, Corona ricorda le frequenti risse in casa, dovute in parte alle sue abitudini alcoliche, tanto che decise di andarsene a 17 anni. Si stabilì in una baita senza elettricità, con ragnatele e un fiasco di vino sul tavolo, cercando la propria strada lontano da un ambiente familiare conflittuale.
I momenti divertenti con Bianca Berlinguer durante È sempre Cartabianca sono diventati un’appuntamento atteso dal pubblico, un fatto che rallegra molto Mauro Corona. La loro relazione professionale è maturata nel corso degli anni, consolidando una stima reciproca dopo il primo invito: “Berlinguer mi ha dato ascolto e il pubblico ha gradito, così mi hanno richiamato. Poi è scattato un contrattino e da lì è nata una sorta di duo comico,” spiega, sottolineando che tra loro non c’è alcun coinvolgimento sentimentale: “Non ci penserei neanche per un secondo. È tutto recitato,” assicura.
Sul fronte politico, Mauro Corona ha espresso giudizi su Elly Schlein, definendola priva di carisma: “Devo ammettere con dispiacere che il più carismatico era Renzi. La sinistra non può limitarsi a cambiare il leader, deve riconnettersi con la sua base.” Riguardo a Giorgia Meloni, Corona menziona di scambiare occasionalmente messaggi con lei e sostiene che la destra potrebbe gestire bene il governo, ma critica il mancato rispetto delle promesse: “La Lega di Salvini aveva promesso di abolire la Legge Fornero, ma è stata persino peggiorata. Conosco Salvini, a volte ci beviamo qualcosa insieme. Ora sembra sostenere la costruzione del ponte sullo Stretto, ma intanto, i problemi degli ospedali persistono e si aggravano.”