Alcune creme solari sono responsabili di causare danni alla pelle e non solo a livello superficiale ma anche nel tessuto sottocutaneo. Il problema riguarderebbe la frequenza secondo la quale le creme vengono spalmate. Durante la stagione estiva si ha una percentuale di introduzione alle sostanze nocive davvero notevole è la responsabilità ricade sulle creme solari in commercio.
Sono 4 le sostanze messe sotto controllo dalla Food and Drug Administration, l’ente governativo americano che si occupa di regolamentare gli alimenti e i farmaci ma che, ovviamente, può essere preso come esempio anche per i prodotti europei della stessa gamma. Si tratta, in particolare dell’oxybenzone, l’avobenzone e l’octocrylene.
Questi elementi sono tutti degli schermi protettivi ai raggi nocivi del sole, i cosiddetti UVA e UVB, solo che entrando in circolo nel sangue possono interferire con gli ormoni e causare delle complicanze. Una volta entrati in circolo nel nostro sistema sanguigno i principi attivi di tali sostanze rimangono per almeno 24 ore. Più ne introduciamo e più il nostro organismo si intossica.
Attenzione alle creme solari che usiamo in estate
Il segreto per proteggerci dal rischio di assumere sostanze nocive dalle nostre creme solari è quello di imparare a leggere bene le etichette. Tutte le creme solari che contengono ingredienti come petrolatum, mineral oil o paraffinum occludono i pori e sono comedogeni. In sostanza, non lasciano alla pelle il favore di traspirare e quindi il suo aspetto ne risente.
La schermatura è un fattore fondamentale. La nostra crema deve proteggere sia dai raggi UVA che quelli UVB e per svolgere la sua funzione in modo completo deve avere un fattore di protezione (SPF) molto alto. Minimo 20+ o 30+, dipende dal fototipo di pelle, a un massimo di 50+, adatto per i bambini con qualsiasi fototipo di pelle.
Il fototipo indica il colore della nostra pelle e la sua diretta capacità ad assorbire l’esposizione solare. Se abbiamo la pelle chiara e tendiamo ad arrossarci meglio scegliere una crema con un fattore di protezione alto. Al contrario possiamo scegliere un fattore di protezione basso ma mai sotto i 20+.
I solari biologici sono più sicuri perché contengono solo filtri naturali, conosciuti anche con il nome di filtri fisici. Si tratta di prodotti ad ampia schermatura solare realizzati con prodotti organici naturali come l’ossido di zinco o il biossido di titanio. Anche nei solari tradizionali troviamo questo tipo di filtri ma sono associati a quelli chimici.
Purtroppo i filtri chimici sono quelle sostanze nominate sopra che a lungo andare risultano dannose per la pelle, in quanto esasperano il manifestarsi dei radicali liberi e in profondità vanno a interferire con la normale funzionalità degli ormoni. L’octocrylene ha un forte potere allergizzante, può provocare le dermatite ed è uno dei principali responsabili nella formazione dei radicali liberi.
L’oxybenzone ha la capacità di entrare in contatto con il sistema endocrino andando a compromettere le funzionalità mentre l’avobenzone è una sostanza solubile che si disperde nell’acqua del mare ed è capace di formare dei composti tossici che vanno a inquinare l’ecosistema marino in modo irreparabile.