Nativa dell’Eurasia, chiamata anche cedronella o limoncella, è una pianta duratura spontanea reperibile lungo i sentieri, le siepi ed i ruderi, coltivata nel passato anche negli orti. I Greci la chiamarono “melissa” (amica delle api), perché grazie alla sua fragranza di limone, sprigionata specialmente dallo sfregamento delle foglie, attirava gli sciami donando alle api un eccellente alimento per produrre il miele (simbolo divino).
Durante il Medioevo questa pianta apprese fama d’erba medicinale. Il suo olio essenziale era giudicato dagli Arabi adeguato per rafforzare cuore e cervello. Carlo Magno ne comandò la piantagione negli orti del regno, e la “acqua di melissa” delle Carmelitane francesi diventò un liquore molto celebre per la sua efficacia contro dolori fisici e nervosi.
Piante medicinali: la melissa, usata così, abbassa la pressione, ecco la guida
Attualmente le tisane ed infusi di questa pianta sono graditi per l’effetto rilassante e moderatamente sedativo che posseggono. Oltre ad essere consigliati per stimolare gli organi digerenti quando si verificano disturbi d’origine nervosa. In cucina, le foglie fresche di melissa sono usate per zuppe, insalate, frittate e carni ripiene.
La melissa si è rivelata molto efficace nel contrastare l’ansia seguita da somatizzazioni viscerali. Quindi il suo utilizzo è valido quando si è al cospetto di colon irritabile, gastrite, nausea. Ma anche vomito, dispepsie biliari, mal di testa, tremori, vertigini psicogene e tachicardia. Sembra che quest’atto sedativo della melissa venga esercitato attraverso l’inibizione dell’enzima GABA-transaminasi, ossia tramite l’inibizione dell’enzima responsabile della degradazione del GABA.
Però, è considerevole evidenziare come l’attività sedativa della melissa sul sistema nervoso centrale possa essere interposta anche da un’azione inibente sul funzionamento della ghiandola tiroidea, che è stata studiata e confermata.
Diversi studi, inoltre, hanno comprovato come questa pianta, più accuratamente il suo estratto, sia in grado di esercitare un’azione protettiva contro i danni causati dallo stress ossidativo. Queste proprietà antiossidanti, molto presumibilmente, sono imputabili all’acido rosmarinico in essa contenuto. La melissa può ulteriormente aiutare a decongestionare le congestioni delle vie respiratorie. Ma anche a ridurre la tachicardia associata al nervosismo, a combattere pressione alta, a curare punture di insetti e le piaghe. È utile anche contro la malattia di Graves e, in forma aromaterapica, l’Alzheimer.
L’impiego esterno della melissa presenta proprietà astringenti e cicatrizzanti. In genere la melissa è considerata un rimedio sicuro ed efficace.