La lattuga è una delle verdure di più antica piantagione nell’area del Mediterraneo, anche se gli antichi Sumeri della Mesopotamia meridionale furono i primi a coltivarla, in aiuole annaffiate, nel 4000 a.C.
In età moderna dal Mediterraneo la pianta si sparse in tutta l’area d’influenza latina, anche se fuori d’Italia era mangiata soprattutto cotta. Difatti la lattuga può essere consumata in differenti modi. Ad esempio cruda, se la pianta è fresca e verde. Si può mangiare anche bollita o stufata quando sta diventando di un verde più scuro e opaco quindi sta per marcire. Bollita è comunque ottima, si presta alla creazione di primi piatti come ministre, zuppe, ecc. Si può fare anche il decotto anche se però si deve dire che la cottura in generale ne varia le proprietà nutrizionali.
Gli effetti salutari della lattuga sono molteplici. Considerata una grande alleata dell’apparato digerente per il suo ottimo contenuto di fibra e dal tipo di fibra (inulina, costituita da catene di fruttosio) che rende la lattuga molto digeribile. Questa oligosaccaride di riserva, ulteriormente, svolge una “azione prebiotica” perché, come compagno del sistema digerente, diminuisce la produzione di gas intestinale grazie alla sua capacità di ridurre la carica di batteri nocivi e di aumentare la percentuale di Bifidobatteri che sono batteri alleati.
Grande alleata anche del sistema circolatorio essendo rifornita di una particolare molecola, la glucochina, che rende questo cibo particolarmente adatto ai soggetti diabetici poiché ha un effetto ipoglicemizzante cioè cala il livello di glucosio nel sangue. Insomma la lattuga è una fonte di vari principi nutrienti, ma deve essere scelta con cura prima di comprarla. Difatti si deve specificare che la lattuga si arricchisce, durante la crescita, di sostanze azotate (nitrati, soprattutto il nitrato di nichel) che derivano da una fertilizzazione sproporzionata.
Lattuga al supermercato: queste possono essere marce se hanno questo colore
È raccomandabile, dunque, comprare della lattuga che cresce su terreni poco o per nulla inquinati. Ad esempio come quelli originari da un’agricoltura biologica o da una biodinamica, che cresce in campo e non in serra. Ottima quella che è stata raccolta a fine giornata, quando la luce del sole tende a ridurre la concentrazione dei nitrati nelle foglie. Il dilemma è che i nitrati, nel corpo umano, legandosi con le ammine danno nascita a composti tossici (le nitrosammine), potenzialmente cancerogene. Avere come buona abitudine quella di lavare accuratamente il prodotto, soprattutto se comperato al supermercato. Si può lavare con il bicarbonato che ha funzione di separare le sostanze chimiche inquinanti, può essere un accorgimento che riduce tale contaminazione.