Controllare la propria situazione finanziaria indifferentemente dallo strumento che si utilizza rappresenta qualcosa di indispensabile per qualsiasi tipo di cittadino: se è oramai possibile effettuare questa operazione in modo relativamente autonomo ad esempio utilizzando gli smartphone, le varie metodologie non sono cambiate rispetto al passato, e permangono concetti come il saldo contabile e l’estratto conto. Quest’ultimo in particolare costituisce un documento messo a disposizione da parte della nostra banca che contiene tutte le transazioni effettuate sia in entrata che in uscita, quindi trovano posto i vari prelievi, i versamenti, gli assegni effettuati e qualsiasi altra forma di movimentazione. Ma cosa capita se scopriamo alcuni errori o omissioni?
Estratto conto, attenzione agli errori e alle omissioni: ecco perché
L’estratto conto è un documento che al giorno d’oggi viene erogato in “automatico” dalle banche, solitamente a cadenza annuale o semestrale, e può essere ottenuto sia in forma cartacea che digitale.
E’ solitamente composta in vari “settori”:
- “data“
- “valuta“, il lasso di tempo preso in esame
- “movimenti dare” e “movimenti avere“, le già citate operazioni sia in uscita che in entrata.
- “descrizione operazioni“
Se nell’estratto conto si riscontrano alcuni errori, bisogna comunicarlo alla banca entro 60 giorni dall’emissione, altrimenti il documento sarà considerato “accettato” da parte del titolare. In caso di omissioni o duplicazioni, errori di calcolo e di scrittura il termine ultimo viene esteso a sei mesi, mentre in caso di errori molto gravi, come il mancato accredito oppure se sono presenti somme decurtate ingiustamente, il termine viene esteso a 10 anni.
In primis bisogna segnalare telefonicamente o telematicamente l’errore alla banca prima di procedere attivamente attraverso una comunicazione contenente una lettera di contestazione e i documenti dell’intestatario, da inviare presso l’istituto di credito tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o PEC. La banca deve dare una risposta entro 30 giorni e può sia accogliere che respingere la richiesta del titolare.
In caso di contestazioni ulteriori o se la banca non risponde, è necessario rivolgersi all’Arbitrato Bancario Finanziario.