Anche la personalità meno “scafata” del mondo degli strumenti finanziari probabilmente comprende il significato della maggior parte dei termini che sono entrati da tempo oramai nel linguaggio comune, come prelievo, saldo, ed estratto conto, terminologia che è utilizzata indifferentemente per qualsiasi tipo di strumento che fa ricorso a una tipologia di denaro elettronico. Ma a cosa serve nello specifico l’estratto conto, e quali informazioni è possibile trovare?
Cosa si vede da un estratto conto? Ecco la risposta: “attenzione”
L’estratto conto è una forma di documentazione che risulta essere obbligatoria per qualsiasi forma di conto corrente, libretto di risparmio, carte prepagate e simili, anche se strutturalmente è associato ai conti corrente. L’estratto conto evidenzia ogni forma dai “movimentazione” sul proprio conto, sia in entrata che in uscita, quindi sono visibili i bonifici ed i versamenti effettuati in entrata e uscita, qualsiasi forma di pagamento, con tanto di informazione legata ad ogni singola transazione.
In genere nell’intestazione sono presenti le informazioni anagrafiche del titolare e dell’istituto bancario, quindi numero di conto, la filiale bancaria, nome, cognome e indirizzo, e la data d’inizio e di fine del periodo a cui si riferisce il documento e la lista completa delle transazioni effettuate nel periodo in questione. Ogni banca è tenuta obbligatoriamente a offrire l’estratto conto di uno specifico contesto temporale, quasi tutte lo inviano a cadenza trimestrale, semestrale o annuale fisicamente presso l’indirizzo fisico del titolare oppure telematicamente attraverso l’app bancaria oppure l’indirizzo di posta elettronica.
Il titolare può necessitarne se deve controllare eventuali discrepanze tra le spese, e l’istituto di credito deve obbligatoriamente fornire una risposta entro 90 giorni dalla richiesta di estratto conto del titolare, e la richiesta può essere effettuata sia telematicamente, sia tramite email PEC. In molti casi la richiesta del documento non ha un costo effettivo ma è incluso nella tariffazione e nelle condizioni del propro conto, ma può essere anche a pagamento: per legge non può costare più di 20 euro.