La parola “Bancomat” spesso viene utilizzata in modo improprio, se non addirittura incorretto, in quanto in molti casi identifica un’azione, legata ad un pagamento attraverso carta/tessera oppure l’azione del prelievo, effettuabile attraverso gli oramai famosi sportelli ATM automatici. In realtà il termine definisce una società, e ancor prima, un consorzio vero e proprio adibito alla gestione di pagamenti elettronici, ed è stato proprio Bancomat SpA a “sdoganare” il concetto legato ai prelievi ed ai pagamenti tramite carta, cosa resa possibile a partire dagli anni 80 dello scorso secolo.
Bancomat, ecco annunciata la data: da questo momento cambia tutto
Ma anche Bancomat, che costituisce uno dei principali circuiti economici e di pagamento attivi nel nostro paese, sta affrontando una condizione di profondo cambiamento. Se il servizio di pagamento è estremamente florido, in quanto il denaro elettronico risulta essere sempre più diffuso, l’azione del prelievo dei contanti è in forte cambiamento.
I governi europei, compreso quello italiano, oramai non vedono di buon occhio l’idea stesso del prelievo, perchè l’uso del contante viene limitato in maniera sempre più importante ed evidente, proprio in favore dei pagamenti elettronici. Per questo motivo anche le banche che utilizzano Bancomat come circuito attivo sono quasi obbligate a dismettere sia gli sportelli ATM che le filiali a causa dei costi molto elevati.
Per la maggior parte degli istituti di credito è più conveniente concentrare le risorse sui servizi telematici ma questo contribuirà ad aumentare progressivamente il costo delle commissioni sui prelievi, oggi determinate da tariffe fisse, come la commissione interbancaria, che prevede una somma definita quando si effettua un prelievo da una banca che non appartiene al nostro “gruppo”.
E’ stata la stessa Bancomat SpA a chiedere l’abrogazione di questa forma di “tassa” in favore di una flessibile e regolabile dalle stesse banche, anche se questo porterà probabilmente ad un costo maggiore in fase di prelievo. Il prossimo novembre l’Antitrust deciderà se effettivamente avallare questo importante cambiamento o no.