Attualmente vi sono al mondo più di 250 tipologie di intossicazioni alimentari, che si mostrano con diversi sintomi e appaiono a causa di svariati agenti patogeni come batteri, virus e parassiti o altre tossine che troviamo nei cibi contaminati. Quello dell’inquinamento alimentare, infatti, è un tema in forte crescita per via degli attuali cambiamenti successi nella generazione e nella distribuzione degli alimenti, per gli aumenti degli scambi commerciali, dei grandi allevamenti profondi e dei viaggi.
Poi, gli effetti della contaminazione alimentare possono riscontrarsi parecchio dannosi e variare in una vera e propria minaccia per la nostra salute.
Difatti, se i sintomi più espansi sono crampi addominali, vomito, diarrea, tuttavia con un vero e reale avvelenamento da cibo potrebbero accrescere i dolori e insorgere febbre o brividi di freddo. Oggi vedremo quali sono i 5 alimenti più rischiosi per le intossicazioni alimentari.
Lista ufficiale: ecco cinque alimenti più pericolosi per le intossicazioni alimentari
Tra i cibi in maggior misura infettati da agenti patogeni, al primo posto scopriamo verdura, ortaggi, erbe e germogli, i quali sarebbero responsabili del 21% delle intossicazioni alimentari. Nello specifico, sarebbero proprio le verdure a foglia verde, quasi sempre consumate crude, ad essere in cima alla lista dei cibi più contagiati. Anche le carni di pollo e tacchino sarebbero, invece, imputabili ogni anno rispettivamente del 12% e dell’8% per le intossicazioni alimentari a causa della infezione da salmonella.
Cereali, farine e legumi possono divenire veicolo di batteri e patogeni, originando circa il 4% delle intossicazioni. Soprattutto è bene fare attenzione ai legumi cotti e conservati in lattina, specialmente se non appaiono serrati regolarmente o mostrano un colorito strano. Abbiamo anche la frutta. Sebben questo sia un alimento sano e valido dal punto di vista nutrizionale, è perseguibile per circa il 9% delle intossicazioni alimentari.
Nello specifico, sarebbe la frutta comperata già lavata, sbucciata e tagliata ad essere in maggior misura inquinata, in quanto impacchettata con plastica e soggetta a germi ed agenti patogeni. Infine, abbiamo la carne di maiale che è responsabile del 10% delle intossicazioni alimentari, mentre quella bovina del 9%.
A tal proposito, è bene rammentare che la carne andrebbe mangiata entro 24 ore, o in alternativa surgelarla, e nel giro di due giorni se si tratta di fettine o affettati.