Ad ottobre diventano di stagione i cachi: un frutto che molte persone attendono per quasi tutto l’anno per il suo gusto inconfondibile e anche per le tante varianti di consistenza. Come molti sanno mangiare frutta e verdura di stagione è fondamentale per apportare al proprio corpo le migliori proprietà nutritive degli alimenti.
I cachi sono considerati un vero e proprio simbolo dell’autunno: sono probabilmente i frutti “più di stagione” che ci siano in questi mesi, insieme alle castagne. In questo articolo approfondiamo le caratteristiche nutritive di questo frutto e le sue proprietà benefiche. Attenzione, però, se avete il diabete: sono tra i frutti generalmente sconsigliati.
I cachi: proprietà e caratteristiche
Il cachi viene chiamato anche “mela d’oriente”, proprio perché è originario di Cina e Giappone, dove viene chiamato anche Loto (e anche in Italia molti chiamano Loti i frutti del Cachi) o “Albero della Pace”. Questa è una definizione più recente e che reca con sé un aneddoto importante: alcuni alberi di cachi resistettero all’esplosione dell’atomica a Nagasaki. Portato in occidente tra la fine del 18° e l’inizio del 19° secolo, in Italia si coltivano soprattutto in Campania (varietà vaniglia) e in Emilia Romagna (Loto di Romagna).
Sono un frutto dolce, calorico e zuccherino: hanno in media 65 kcal per 100 grammi pur essendo composti all’80% circa di acqua. Il rimanente è dominato dagli zuccheri (18%), poi seguono lo 0,45% di proteine, 0,5% di grassi, una discreta quantità di vitamina C e del gruppo B, beta-carotene e potassio. Le principali proprietà del cachi sono quelle di essere un frutto diuretico, lassativo ed energizzante. Tra le funzioni più apprezzate sicuramente quello di depuratore del fegato. Se avete acquistato dei cachi maturi, potete conservarli in frigorifero. Altrimenti basterà metterli in un cestino con delle mele per farli maturare naturalmente.
I benefici dei Cachi
La forte presenza di sali minerali come calcio, fosforo e potassio, e di vitamine A, C e del gruppo B rende il cachi un alimento raccomandato per tutte le carenze di queste componenti, nonché un frutto adatto a rinforzare il sistema immunitario, e a prevenire i malanni tipici della sua stagione, come raffreddore e influenza.
Tannini e fibre presenti nella sua polpa agiscono direttamente su fegato e intestino, regolandone il funzionamento, purché venga mangiato maturo. Se invece volete un effetto diuretico, il frutto va mangiato acerbo e a stomaco vuoto, ancor meglio se a colazione, per sfruttare il potassio contenuto. Le sue caratteristiche caloriche lo rendono il cibo ideale per bambini, sportivi ed astenici.
Come abbiamo già detto però la forte presenza di zuccheri lo rende sconsigliato a chi ha il diabete, perché causa un repentino picco glicemico. È meglio evitarlo anche se si è fortemente in sovrappeso o in obesità, perché l’alto contenuto calorico non aiuta di certo la dieta. La dose consigliata resta comunque di un frutto al giorno, massimo due per chi consuma tante energie, preferibilmente a colazione o nel pomeriggio, come merenda.