Risparmiare gas con metodi alternativi può portare allo sviluppo di problemi respiratori e allergici. È quanto emerso durante il congresso nazionale della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic) che si è svolto a Verona nei giorni scorsi. La riflessione nasce dalla consapevolezza che moltissime persone cercheranno di risparmiare qualcosa evitando di usare il gas per il riscaldamento nel prossimo inverno.
La presenza sul mercato di materiale da combustione scadente, di stufe vecchie o non omologate, e di composti chimici pericolosi, può però portare a creare danni alla salute. Fare più attenzione al risparmio energetico a scapito della propria salute e del proprio benessere finirebbe per avere conseguenze e impatti sulle spese del Sistema Sanitario Nazionale, finendo per annullare lo sforzo almeno dal punto di vista economico e creando problemi di salute. In questo articolo la sintesi delle considerazioni emerse dal congresso e pubblicate da Adnkronos.
Risparmiare gas col pellet: occhio alle emissioni
La salute potrebbe rimetterci qualcosa se si sceglie la combustione domestica per riscaldare casa nel tentativo di risparmia gas. I pericoli maggiori arrivano dalla possibile presenza in casa di stufe a pellet datate, utilizzate in modo scorretto o con prodotti non certificati. Questi ultimi potrebbero contenere troppa segatura, o peggio ancora sostanze chimiche capaci di sprigionare emissioni irritanti per le mucose e capaci quindi di danneggiare le vie respiratorie delle persone più deboli come anziani, bambini e soggetti allergici.
Il pellet e le stufe necessarie alla sua combustione hanno visto una impennata dei prezzi notevole proprio per la possibilità di risparmiare gas, e questo potrebbe portare gli italiani ad utilizzarle in un modo scorretto. I fumi del pellet sono tra i peggiori inquinanti in circolazione se le stufe sono molto vecchie, con la produzione di microparticelle che possono penetrare più in profondità nell’appartato respiratorio, raggiungendo finanche gli alveoli polmonari. Senna, presidente del SIAAC, raccomanda di utilizzare impianti non troppo datati ed evitare prodotti di scarto non certificati soprattutto cilindri in pellet superiori ai 7-8 millimetri.
Altri rischi: Finestre sempre chiuse per il troppo freddo
Altro rischio che potrebbe derivare dalle restrizioni imposte per affrontare il prossimo inverno potrebbe derivare dalla necessità di mantenere calda la casa senza le necessaria areazione garantita dall’apertura delle finestre e dal circolo dell’aria. Accumuli di acari ed altri allergeni potrebbero rendere le vie respiratorie più aggredibili da virus e batteri e condurre quindi ad infezioni, infiammazioni e malattie.
Considerazione su questo tema nascono dall’imposizione della riduzione della temperatura massima e della durata dei riscaldamenti in casa e nei luoghi pubblici, cosa che secondo Giorgio Walter Canonica, membro del Comitato scientifico del congresso Siaaic e direttore del Centro medicina personalizzata, asma e allergologia dell’Humanitas Research Hospital a Rozzano (Mi), può indurre le persone ridurre l’apertura delle finestre o ad evitarla del tutto. Non arieggiare adeguatamente gli ambienti, tuttavia, favorisce la concentrazione di acari e di altri allergeni che possono danneggiare l’epitelio delle prime vie respiratorie.