Avere avuto il Covid può aumentare considerevolmente il rischio di incorrere in spiacevoli eventi cardiovascolari, anche seri come infarto, ictus o trombi e anche il rischio di morte nei mesi successivi alla guarigione. Lo annuncia l’agenzia Ansa pubblicando i risultati di uno studio della UK Biobank, pubblicato sulla Heart.
Come forse era immaginabile, ma oggi è provato scientificamente, aver avuto il Covid19 può portare ad una probabilità maggiore di avere un serio problema cardiovascolare con rischi elevati per la propria salute, finanche alla morte. Andiamo a vedere maggiormente nello specifico cosa dice lo studio pubblicato in Inghilterra e riportato dall’ANSA.
Lo studio post Covid19 sui problemi cardiovascolari
Il rischio di avere problemi cardiovascolari dopo il Covid19 si concentra soprattutto nei 30 giorni successivi alla malattia a testimonianza di quanto questa malattia affatichi l’intero sistema cardiocircolatorio. Lo studio testimonia che il rischio resta comunque elevato dopo un certo periodo di tempo. Lo studio ha coinvolto 53.613 individui, di cui 17.871 hanno avuto il Covid tra marzo 2020 e marzo 2021.
Il dato principale emerso dice che rispetto ai loro coetanei che non avevano contratto il virus, coloro che lo hanno avuto ma non sono stati ricoverati in ospedale per l’infezione avevano un rischio quasi 3 volte maggiore di avere un coagulo di sangue (trombosi venosa) e più di 10 volte maggiore di morire per qualsiasi causa. Coloro che sono stati ricoverati in ospedale a causa del Covid avevano un rischio più elevato di tutti gli esiti considerati.
Altissime probabilità di sviluppare trombi e insufficienza cardiaca
Purtroppo i dati sono molto pesanti: le persone che hanno preso il Covid19 avevano 27 volte la probabilità di sviluppare un trombo venoso, e una probabilità di 21,5 volte maggiore di diagnosi di insufficienza cardiaca e 17,5 volte maggiore di ictus. Sono tutti eventi fortemente traumatici per l’organismo che possono portare a gravi conseguenze anche permanenti.
Non va meglio per gli infarti: sale di 15 volte il rischio di avere una diagnosi di fibrillazione atriale, quasi 14 volte superiore quello di pericardite e quello di infarto quasi 10 volte superiore. La maggior parte delle diagnosi di malattie cardiovascolari, in particolare fibrillazione atriale, trombosi, pericardite e morte per qualsiasi causa, si è verificata come abbiamo accennato entro i primi 30 giorni dall’infezione e tra i ricoverati in ospedale per il Covid. I risultati suggeriscono l’opportunità di fare una profilassi terapeutica a base di farmaci anticoagulanti di almeno una settimana nei pazienti Covid, specie quelli a rischio.