La prima colazione viene considerata ancora oggi un enorme quanto importante fase alimentare della giornata, anche se rispetto ad altri “pasti” non trova una lunga storia recente, è senz’altro molto importante e questa percezione è stata resa possibile anche con lo sviluppo di prodotti alimentari legati soprattutto alla colazione, come le fette biscottate che continuano a fare parte dell’immaginario comune anche se sono molti a considerare l’impatto negativo di questi prodotti. Le fette biscottate fanno male?
Inquadrate spesso come un cibo leggero e dietetico, adatto ad esempio ad essere associato a diversi prodotti alimentari, come ad esempio il tradizionale uso di burro e marmellata. Ma cosa contengono le fette biscottate? Analizzando un prodotto medio da “supermercato” diciamo, le fette biscottate sono senza dubbio composte da una base di cereali e questo le rendono un prodotto farinaceo, presentano un apporto di acqua molto ridotto o addirittura nullo, e seppur più leggere rispetto ai crakcers o ai “salatini”, non per forza possono sostituire il pane. Infatti in una fetta biscottata media è presente come aggiunta anche un apporto di zuccheri o dolcificanti vari, ed è per questo che spesso hanno un sapore che tende al dolce.
Possono sostituire il pane? Dipende, ma nella continuazione di un’abitudine alimentare, decisamente no, soprattutto se si eccede con la quantità: a dispetto dell’aspetto salutare o comunque “migliore” rispetto al pane, le fette biscottate tendono a far alzare la glicemia in modo importante, quasi come generalmente fa il pane tradizionale. L’apporto calorico è anche abbastanza alto, considerando un etto di prodotto “medio” può superare le 350 calorie, anche se consumare 100 grammi di fette biscottate appare abbastanza complicato per il consumatore medio.
Per il resto sono comunque utili per una dieta equlibrata come prodotto alternativo agli altri composti farinacei, però sarebbe saggio legare all’utilizzo delle fette biscottate (che non sono adatte al consumo quotidiano, quindi ripetuto) un po’ di attenzione, ad esempio consumando quelle prive di troppi ingredienti, come gli zuccheri se sono presenti in quantità importanti ed ad esempio evitare le marche che evidenziano un contenuto di olio di girasole ma anche amido di mais e sciroppo di glucosio. In generale oggi il mercato è sufficientemente evoluto da permetterci di scegliere prodotti non così dannosi per l’organismo.
Come molti altri prodotti quindi è soprattutto la qualità a stabilire il livello di ” pericolosità ” o meno di un prodotto, come per altre forme di alimenti, bisogna privilegiare la semplicità di costituizione.