Google Analytics: è ancora lo strumento ideale per calcolare l’advertising?

Misurare l’efficacia delle campagne pubblicitarie è fondamentale per qualsiasi azienda che desideri ottimizzare il proprio investimento e raggiungere il pubblico al quale si rivolge. Google Analytics, uno degli strumenti più diffusi per l’analisi del traffico web, è stato per molto tempo la soluzione di riferimento per gli analisti e i marketer. Ma, con l’arrivo di nuove tecnologie e con l’aumento di strumenti concorrenti, molti si chiedono se Google Analytics sia ancora la soluzione ideale per calcolare l’efficacia delle campagne pubblicitarie.

Perché viene usato Google Analytics

Google Analytics è uno strumento fondamentale per calcolare l’efficacia dell’advertising online. Le sue funzioni più importanti sono il monitoraggio del traffico del sito, l’analisi delle conversioni e il tracciamento delle campagne pubblicitarie, mentre le metriche principali comprendono l’esperienza utente (al riguardo l’UX specialist Lorenzo Pinna aiuta a comprendere come si misura l’user engagement su Google Analytics), il tasso di conversione, il tempo medio trascorso sul sito e il tasso di rimbalzo, tutti fattori che permettono di valutare l’impatto delle strategie di marketing e apportare miglioramenti per ottimizzare le campagne pubblicitarie.

Google Analytics è stato lanciato nel 2005. Da quel momento, ha subito diverse trasformazioni per adattarsi alle modifiche nel comportamento degli utenti di internet e alle novità tecnologiche. La piattaforma ha presentato funzionalità avanzate, come quelle che riguardano il monitoraggio degli eventi, i rapporti in tempo reale e le visualizzazioni personalizzate.

La versione più recente del servizio, Google Analytics 4, mette a disposizione un approccio maggiormente basato sugli eventi e promette di migliorare l’integrazione con le piattaforme web e le applicazioni mobili, oltre che di fornire una maggiore attenzione alla privacy degli utenti.

I vantaggi di Google Analytics

Google Analytics si integra in maniera perfetta con altri strumenti di Google, come Google Tag Manager e Google Ads. L’integrazione permette di avere una visione completa delle performance delle campagne pubblicitarie, dal clic iniziale fino all’azione finale compiuta dall’utente.

Grazie alla possibilità di creare dashboard personalizzate e rapporti su misura, gli utenti possono concentrarsi su dati più rilevanti per le loro specifiche esigenze. Le visualizzazioni personalizzate, infatti, aiutano a monitorare determinate metriche e KPI. GA4 ha presentato un approccio che consente di tracciare azioni specifiche, come clic su pulsanti, visualizzazioni di video e altre interazioni.

Le domande degli utenti su Analytics di Google

Negli ultimi tempi, però, nonostante tutti questi aspetti positivi, molte persone si stanno interrogando sull’efficacia di Google Analytics nel panorama del web attuale. La versione 4 della piattaforma è ormai l’unica disponibile dopo Universal Analytics, il cui utilizzo è terminato definitivamente l’1 luglio 2024.

Ma il passaggio a GA4 avrebbe comportato alcune difficoltà per diversi utenti. Si tratta innanzitutto di una questione di metriche, perché è diventato di grande importanza il concetto di intervallo di tempo e inoltre l’aggregazione definitiva delle informazioni viene resa disponibile tardi rispetto all’inizio della giornata. Una redazione di un sito che si occupa di attualità, per esempio, come può comprendere l’attenzione riservata dagli utenti verso una notizia specifica, se gli aggiornamenti definitivi sono forniti nel pomeriggio del giorno successivo?

La domanda che molti utenti si pongono è quella relativa al motivo per il quale, in un contesto di questo tipo, il mercato pubblicitario dovrebbe continuare a basarsi su Google come l’unico strumento di riferimento per la misurazione delle performance, soprattutto in riferimento ai contenuti editoriali.

Le alternative a Google Analytics

Anche nel nostro Paese stanno trovando sempre più spazio le alternative ad Analytics di Google. Ma questo non sembra essere al momento sufficiente, perché è essenziale che le nuove piattaforme mettano a disposizione degli strumenti che riescano a soddisfare delle esigenze specifiche. Per esempio, sarebbero utili piattaforme dedicate agli shop online e altre per gli editori delle testate giornalistiche.

Ciò che risulta veramente importante, comunque, è che questi nuovi servizi siano considerati a tutti gli effetti autorevoli e che le funzioni che forniscono siano valutate positivamente da chi si occupa di pubblicità, tenendo conto di parametri come quello dell’efficienza dal punto di vista tecnico.