Secondo le ultime ricerche dell’Istat sono oltre 816 mila gli Italiani trasferiti all’estero negli ultimi dieci anni.
Il 75% ha da 25 anni in su.
Diminuisce intanto, l’immigrazione dal continente africano nel 2018 è pari al -17%.
Ancora più difficile diventa trovare un lavoro nel sud Italia, sempre più persone si trasferiscono nel Settentrione per la ricerca di lavoro.
A soffrire di questi spostamenti sono sopratutto Sicilia e Campania che nel 2018 perdono 8.500 residenti laureati, con età media di 25 anni.
Chi va via, comunque è chi ha un titolo di studio medio-alto. Statisticamente parliamo di 33 mila diplomati, e 29 mila laureati, molto di più rispetto all’anno precedente.
Il fattore immigrazione è sempre stato presente nel nostro paese, negli anni 80′ le mete più frequenti erano NYC e gli USA in generale.
Successivamente alla seconda guerra mondiale, le mete diventarono Francia, Germania, Belgio, ovvero i paesi del Nord Europa.
I paesi dove si registra un alta presenza di italiani, è l’Argentina, segue subito la Germania e la Svizzera.
In questo momento la meta più gettonata è Londra. anche se siamo in attesa di capire se la Brexit avrà comunque effetto negativo sui nostri giovani migrati verso il Regno Unito.
Sono molti però, i motivi che spingono le persone a migrare, ovvero:
migliori condizioni di vita
volontà di seguire le proprie ambizioni
scarsità di risorse
mancanza di innovazioni.
Si stabilisce comunque, che l’Italia in 10 anni perde 250 mila giovani.
Possiamo parlare anche di un calo demografico, sempre più accentuato. La popolazione italiana in effetti, sta nettamente diminuendo.
Si fanno pochi figli, uno o massimo due per famiglia. Questo porta poi, all’aumento di anziani, e al calo di giovani.
L’Istat prevede che nel 2038 gli anziani saranno il un terzo della popolazione, e ciò determinerà squilibri economici e finanziari, dato che diminuiranno i lavoratori e aumenteranno i pensionati.
L’Italia è anch’esso paese ricco di migranti, provenienti da Paesi dell’est Europa, come Romania, Albania ecc.