Dopo oltre dieci giorni di manifestazioni che hanno bloccato tutta Parigi, finalmente ci sono delle svolte.
Le manifestazioni partirono oltre 15 giorni fa, con la causale della modifica del metodo di pensionamento.
La svolta più grande la da proprio il presidente francese Emmanuel Macron, con la rinuncia della sua pensione a vita.
Si, il presidente francese ha rinunciato a 6.220 euro al mese per poteva pretendere per la vita.
Il capo di stato francese, è stato costretto a prendere provvedimenti, poichè le manifestazioni hanno messo in ginocchio un paese, con gli scioperi dei mezzi di trasporto pubblici.
Macron, sta cercando di instaurare per tutti i francesi, un sistema pensionistico equo ed universale.
Ma questa non è la prima volta che un presidente rinuncia alla pensione a vita.
Prima dell’attuale capo di stato francese, l’ex presidente Francois Hollande rinunciò alla poltrona nel consiglio di amministrazione, e alla cospicua pensione di 13 mila 500 euro al mese.
Ma in questo caso, il passo di Macron non è bastato a fermare, o calmare le protese che ancora vanno avanti.
Questo gesto non è stato ben visto, anche dal partito di sinistra, che approfitta delle proteste per trovare un ruolo politico accanto ai sindacati.
Nel particolare periodo di rabbia e di tensione che la Francia sta attraversando in queste lunghe settimane, ogni gesto del presidente Macron, non è visto di buon occhio dai cittadini, e come abbiamo già letto, anche dal partito di sinistra.
Perchè anche se Macron, avesse mantenuto il suo vitalizio, sarebbe stato accusato di chiedere sacrifici agli altri.
Insomma, al momento sembra che i gesti del presidente, servano davvero a poco per placare gli animi dei cittadini francesi, concentrati solo sul loro obbiettivo.
Ovvero, cambiare il sistema pensionistico.
Inoltre, il presidente francese fa appello al <senso di responsabilità> dei ferrovieri, chiedendo di rispettare la vita dei cittadini e delle famiglie, alla vigilia di natale.
Ma le sue parole, non sono state ascoltate, poichè siamo al 19esimo giorno di sciopero ininterrotto.